Elenco escursioni proposte dai visitatori: (fino al 2000)


-se siete interessati potrei darvi un bellissimo e semplice giro (3-4 gg)di escursionismo sui passi e sulle vette della MARMOLADA Passo Cirelle, Comntrin, Falier, Ombretta, -ombrettola Passo delle Selle ect.
Petrati Massimo masspetra@libero.it
luzzara RE (italia) il 10/01/01 alle 18:21:57
- CRESTA SOCEDE E CIMA D'ASTA 2847m Partenza : Malga Sorgazza 1450m Arrivo : Cima d'Asta 2847m Dislivello : 1400m circa Durata:Salita 5 ore 30 m Discesa per il Passetto e Campagnassa 4 ore. per un totale di 9 ore 30 m senza contare le soste. Difficolta : MOLTO IMPEGNATIVO ( EE )SULLA CRESTA CORDINO CON MOSCHETTONE Punti di appoggio : Malga Sorgazza 1450m. Rifugio Brentari 2474m. Bivacco ricovero Caviato 2840m.
Luca IRONMAIDENLUCA@HOTMAIL.COM
Trento (Italia) il 09/01/01 alle 16:44:55
-Descrizioni di vari sentieri e vie ferrate nelle dolomiti, diario di bordo con un catamarano nelle isole Incoronate.
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Voltarel Cristian cristian@alfa.it
Caorle VE (Italia) il 22/12/00 alle 15:04:22
-Gruppo di lavoro,del C.A.I. Varallo S. che gestisce sei baite sempre aperte con diverse escursioni possibili.
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Gagliardini Renzo puntiappoggio@libero.it
Varallo Sesia (Italia) il 20/12/00 alle 23:25:21
-ferrata lipella
guizzo giulio
(italia) il 10/12/00 alle 10:58:08
-capanna trieste coldai
guizzo giulio
il 10/12/00 alle 10:53:08
-Estese pinete e verdi prati sono pronti ad accogliervi per numerose escursioni a piedi o in mountaine-bike di diversa durata e difficoltà, a partire dai 900 m di altitudine dell'altopiano su cui sorge il centro abitato di bossico. Presso la pro-loco tel. 035.968365 sono disponibili ulteriori informazioni sugli itinerari e sulla ricettività turistica. www.probossico.8K.com/

pro loco bossico (bg) bossico@intercam.it
bossico - bergamo (italia) il 18/11/00 alle 09:37:52
-vigodifassa canazei
brunoberettieri scott
laspezia (italia) il 16/11/00 alle 16:48:55
-Cima Pape e Sass Negher. Agordino (BL)
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Leonessa Matteo
il 09/10/00 alle 11:14:24

-Vorrei segnalare un sentiero che ho fatto quest'estate. Partenza: lago di Misurina (seggiovia Col de Varda). Per arrivare all'omonimo rifugio si può prendere la seggiovia o salire a piedi (circa 1h e 30 min). Dal rifugio si segue il sentiero "Bonacossa" che si trova a sinistra del rifugio. Il sentiero sale verso una prima forcella attrezzata (è segnata come via ferrata, ma si può fare comodamente senza attrezzatura)con due funi e una scaletta. Si scende e si arriva al bivio con il sentiero che riporta al lago di Misurina. Si prosegue verso una seconda forcella (Del Diavolo) anche questa attrezzata con due scalette, ma vale il discorso di prima. Si scende poi lungo un sentiero ghiaioso fino al rifugio Fonda Savio. Da qui si prende il sentiero che riporta al lago di Misurina. Il giro si fa comodamente in una giornata, richiede passo sicuro e assenza di vertigini. Alla partenza dal rifugio Col de Varda se la giornata è serena si vede la Marmolada. Con questa bella escursione si attraversa il gruppo dei Cadini di Misurina, poco conosciuto, ma molto bello. Riferimento cartina Tabacco foglio n°3.
Facchini Annalisa facchini@biocfarm.unibo.it
Bologna (Italia) il 07/09/00 alle 14:28:06


-Castelletto Inferiore. Gruppo di Brenta. Via Kiene: il 9 agosto 2000 Salita eseguita da me detto (il mito) e da Giorgio (il maestro) Breve storia: Ernst e Kurt Kiene 22agosto 1910. 1.)invernale: Helmut Salger e Horst Wels 4 gennaio 1964 È la via più elegante e diretta sulla parete Sud è l’unica che offra un vero interesse per l’alpinista Classica salita, varia e divertente in parte molto esposta roccia ottima chiodi in parete 12 compresi quelli di sosta (via di arrampicata divertente ed esposta, per esperti) Dislivello 260 m difficoltà: IV, 1pass. di V Dal rif. Tuckett: si sale in pochi minuti sotto la parete, e dal camino della normale la si costeggia verso destra. Fino a incontrare un secondo diedro-camino Lo si sale fino sotto un tetto dove la fessura –camino si restringe obliquando a destra (25 m IV+) la si segue su placche lisce (V) arrivando a un punto di sosta. Su rocce facili (II) si esce poi sulla gran cengia detritica. Si piega qualche metro a destra per attaccare la soprastante parete nel punto dove lo strapiombo che la cinge alla base, è più basso. Si sale qualche metro verso destra poi obliquamente sin dove la parete diventa ripida sotto un diedro appena accennato (30 m, II; sosta con spuntone) si sale all’inizio obliquando per qualche metro a destra poi diritto (25 m 2 chiodi IV-) ad una sosta con chiodo si prosegue diritto per 35 m (2 ch., IV) e si esce su rocce meno ripide (1 chiodo di sosta). Dopo 20 m s’incrocia il sentiero della via normale e si prosegue per altri 40 m obliquando a destra su roccia facile. Verso sinistra si entra in un camino diritto alto 50 m che si supera interamente (2 ch., III e IV) Dalla sosta con ch. Sotto la parete gialla si traversa qualche m a sinistra, si supera un breve risalto di 6 m(III)e da un terrazzo si sale a sin. (6 m) a un altro terrazzo sopra una gran lama staccata dalla parete (1 ch. sosta) Si sale 4 m (1ch.) si traversa 8 m sin. Esposto (1 ch.) E si sale al di la di un caminetto per alcuni metri; si riattraversa il caminetto e, sempre su roccia ottima si sale direttamente (25 metri di IV e III) alla cima. Non sono ancora in possesso delle foto ma presto sul mio sito.
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salvatore sastrin@tin.it
Trento (italia) il 06/09/00 alle 21:10:21
-OSSERVANDO I GHIACCIAI DEL MONTE ROSA Istituito nel 1979 e quindi oramai ventenne, il Parco Naturale Alta Valseia è stato una delle prime aree protette in Piemonte. Già in quegli anni si capì infatti l'importanza di proteggere l'enorme varietà di ambienti che si alternano dai fondovalle fino ai 4559 metri della Punta Gnifetti, facendone il Parco più alto d'Europa. I ghiacci, elemento caratteristico della natura di quest’area protetta, sono l’oggetto principale di questa escursione, che si svolge appunto lungo il Sentiero Glaciologico realizzato dall’Ente Parco. Partendo dalla cascata dell'Acqua Bianca (Alagna) si sale alle caratteristiche Caldaie del Sesia e da qui si prosegue fino alle “marmitte dei giganti” dell’Alpe Pile, poste presso il Rifugio Pastore. Dopo una pausa ristoratrice, ammirando l’enorme parete del Monte Rosa in tutta la sua grandezza, si riprende il cammino. Superato un ripido pendio, lungo il quale si incontra l’ingresso di una miniera d’oro, si raggiunge la piana dell’Alpe Bors, sede di un antico lago glaciale. Da qui si prosegue fino ad uno splendido punto panoramico sul filo della soprastante morena, per poi far ritorno all’Alpe dove si può pranzare presso il Rifugio del CAI di Ghemme (cosa che fa ben sperare sulla qualità delle bevande). Si ridiscende poi a valle per il medesimo itinerario. Caratteristiche del percorso: sentiero - dislivello: 400 metri - difficoltà: escursionistica - quota massima: 1895 metri s.l.m. - tempi: giornata intera - punto di partenza e arrivo: Alagna Valsesia (VC), cascata dell’Acqua Bianca - periodo ideale: da giugno a ottobre - possibilità di pranzare in rifugio. Accesso automobilistico: dall'uscita di Romagnano Sesia dell'autostrada A26 si segue la S.S. 299 per Borgosesia, Varallo e Alagna. Si prosegue poi oltre al paese fino alla località Wold da cui si raggiunge la cascata con l’autobus navetta (£ 4.000 a/r) o a piedi (1 ora circa).
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Paolo Campagnoli ambiente@vedogiovane.it
Borgomanero (Italia) il 04/09/00 alle 09:59:48
- CIMA D'ASTA 2847m Arrivati a malga sorgazza 1430m si segue la strada forestale fino alla teleferica 1647m poi si segue il sentiero 327 che arriva a circa 2000m poi su tracce si arriva ripidi su lastroni rocciosi fino al rifugio Brentari 2473m poi sempre su tracce si arriva faticosamente su gradini rocciosi alla forzeletta 2680m poi si cala per 80m con 3 tratti attrezzati con corda metallica(attenzione)poi sempre su tracce e ripidi su rocce e pietroni alla nostra vetta 2847m libro di vetta stupendo panorama. discesa per la via di salita dislivello: 1417m + 80m in discesa. durata :7-8 ore senza soste difficoltà: impegnativo con 3 tratti attrezzati con corda metallica note: ascensione solo da fare con bel tempo stabile.
luca lazzaretti
LEVICO TERME (ITALIA) il 23/08/00 alle 12:09:33

-partenza : palù del fersina 1600m arrivo : lago erdemolo 2000m dislivello : 400m durata : 2 ore difficolta: per tutta la famiglia,bella gita
luca
trento (italia) il 22/08/00 alle 15:02:09


-PARTENZA : PARCHEGGIO DELLA PANAROTTA 1700m ARRIVO : RIFUGIO SEROT 1500m PASSANDO PER LA PANAROTTA 2000m,FRAVORT 2347m,GRONLAID 2387m,PASSO DELLA PORTELLA E VAL PORTELLA. DISLIVELLO : PANAROTTA 300m,FRAVORT 500m +200m IN DISCESA,GRONLAID 200m + 200m IN DISCESA,POI 900m DI DISCESA FINO AL RIFUGIO SEROT. DURATA : 0.30+2.00+1.00+2.00 TOTALE 5 ORE E 30 MIN SENZA SOSTE DIFFICOLTA : ESCURSIONISTICA CON DISCRETO ALLENAMENTO IMPEGNATIVA D'INVERNO
luca
trento (italia) il 22/08/00 alle 14:51:52
-Partenza da malga sorgazza 1400m, arrivo a cima d'asta 2847m,dislivello 1400m ,durata 8 ore circa, difficolta IMPEGNATIVO ,TRATTO ATTREZZATO CON CORDA METALLICA ATTENZIONE DUNQUE.
luca
trento (italia) il 21/08/00 alle 11:50:26
-Vorrei chiedere informazioni su un percorso dim alto trekking. Il 18 Agosto 3 amici tra cui io partirà per 4 giorni di escursionismo sulla Marmolada. Il percorso sarà il seguente: da Alba di Canazei al rifugio Contrin per il Sentiero 602. 2° giorno dal rifugio Contrin al Rifugio Falier sentiero 610 passando per Passo Ombretta. 3° giorno dal Falier al Fuchiade Sentiero 612 Val Ombrettola Passo Ambrettola e Passo delle Cirelle collegamento al sentiero 607 fino al rifugio Fuchiade. 4° giorno dal Rifugio Fuchiade al Rifugio Tamarelli attraverso il Passo S. Pellegrino, Sentiero 604 al Passo Selle. 5° giorno Val dei Monzoni e Valle S. Nicolò per il sentiero 603 fino a Meida. Vorrei sapere se questo itinerario è praticabile a persone giovani si ma esperte solamente di Basso trekking (appennini) e se ci sono tratti esposti o pericolosi o estremamente duri e impegnativi. Vi ringrazio se mi rispondete Grazie Maasimo
massimo petrati masspetra@libero.it
reggio emilia (italy) il 10/08/00 alle 19:42:32

-DA TORNO A BRUNATE: TRA GEOLOGIA E PREISTORIA >>> Da Como a Torno (201 m). Si imbocca la mulattiera (poi sentiero) verso Piazzaga, costellata. di cascate, forre e massi-avelli preistorici (1 ora circa). Da Piazzaga, in leggera salita, fino a Monte Piatto (610 m), agglomerato di baite vicino al quale si trova la famosa Pietra Pendula, un enorme masso erratico apparentemente in bilico, che da solo vale la gita. Di ritorno dalla visita alla Pietra Pendula si può sostare sul piazzale della chiesetta per il pranzo. Da Monte Piatto (indicazioni, segnavia) si sale ripidamente al Castello d'Ardona (1005 m). Sosta ai ruderi del Castello. Poi, con breve salita, al Pizzo Tre Termini (1150 m) per scendere infine verso la Capanna Carla (S. Maurizio). Dalla Capanna Carla - attraverso la Capanna CAO - a Brunate (4-5 ore). Si scende a Como con la spettacolare funicolare: di qui, in battello, a Torno, per recuperare l'auto.
Colombo Attilio attiliocolombo@galactica.it
Cabiate (Co) il 26/07/00 alle 22:36:39


-ALTA VIA DEL LARIO, una traversata per UOMINI VERI sulla cresta del confine italo-svizzero, nello spirito degli antichi esploratori. Bivacchi e rifugi incustoditi. Chiedere le chiavi del Rifugio Como alla Sezione CAI di Dongo!! Portarsi viveri per 3-4 giorni! PRIMA TAPPA: S. BARTOLOMEO - BIV. PETAZZI (ore 7.00) Si raggiunge in auto, sull'alto lago, Gera Lario e, di qui, sempre in auto, San Bartolomeo. Proprio al termine della carrozzabile asfaltata, (palina-chiesetta) una chiarissima traccia si inoltra in leggera ascesa nella pineta raggiungendo in breve una radura con alcune moderne costruzioni. Nei pressi di una recinzione, il largo sentiero prende a salire molto più decisamente, appoggiando poi a sinistra ed arrivare a rimontare la scarpata di una recente, devastante traccia di strada. Si segue questa traccia (km 1), in mezzo ad un bosco di pino nero e silvestre frammisto a faggi, fino al suo termine attuale, nella conca degli alpeggi di MEZZO e di PESCEDO, separati dal corso d'acqua val SCURA, che origina dalla bocchetta di CHIARO. Scavalcata la cinta muraria sulla destra, ci si indirizza a monte dell'alpe di MEZZO (m. 1538 - ore 0.40 - km. 2), al centro delle baite una fonte permette un preziosissimo rifornimento d' acqua, d'ora innanzi infatti, ci attende un lungo tratto di creste e pietrame privo di sorgenti. Più ripidamente e con qualche tornante, ci si inerpica sul pascolo erboso, superando prima a destra, poi a monte, un ultimo gruppo di larici. Si attraversa in salita una zona di smottamento, verso una arrotondata dorsale che immette in un pianoro. La traccia qui a tratti scompare nell' erba alta, ma non vi è nessun problema di direzione, si punta infatti al culmine del dossone, più o meno nel punto in cui viene raggiunto dalla lunga e rettilinea cinta muraria che risale la sponda, detta il TERMINONE (m. 1853 - ore 1.15 - km. 3). Si rimonta il panoramico filo del crinale, MOTTONE, tendendo sul versante lariano prativo, al contrario del chiavennasco, molto più ripido e sfuggente in profondi valloni, superando massi, lastroni ed un pronunciato cocuzzolo di blocchi (m. 1981 - km. 4), immersi in macchie di rododendri, piode e zolle segnate dal continuo passaggio di ovini. Alternando tratti più ripidi ad altri meno faticosi, si giunge ad una selletta (m. 2180 - ore 2.00) che cambia versante e fondo, si attraversa ora una fascia di solchi più o meno marcati dal fondo molto instabile, in vista dell' aspro versante nord del sasso CANALE. Un breve passaggio a mo' di larga cengia, introduce su di un ultimo e più segnato canale. Un friabile pendio di minuto sfasciume, riporta sul filo ad un passaggio (m. 2310 - km. 5) che apre su un piano inclinato di fine pietrisco, in vista del primo pannello ripetitore posto sullo spiccato cocuzzolo, sasso BIANCO (m. 2397 - ore 2.45) che fa da anticima alla vetta del sasso CANALE. Si continua sul pietrisco fino ad oltrepassare una costola, poi si prosegue tenendosi appena sotto il filo di cresta, in direzione della cima del sasso CANALE (m. 2411) in vista di una seconda pozza al centro di un circo di ganda, PIAZZA BALTRIS (m. 2160). Si lascia a destra un secondo pannello ripetitore (2393 - km. 6) e cambiando versante, si contorna l'estrema elevazione del SASSO CANALE sormontata da un ometto, usufruendo di una traccia di terra sull'orlo dei precipizi e dei canaloni che cadono verticali verso la lontana piana di Chiavenna. Ritornati sul versante comasco per un pertugio sassoso, si comincia a discendere un tratto ostico per colpa del fondo friabile, su placchette e roccette elementari, blocchi ed affollate quinte, perdendo lentamente quota immersi in un ambiente severo. Un'ultima parte più vicina al filo di cresta, adesso con qualche raro ciuffo d' erba, porta in brevissima risalita al passo CANALE (m. 2215 - ore 3.30). Senza attraversare il valico, il sentiero ora più comodo aggira su pascolo e placche orizzontali affioranti il severo anfiteatro della valle, aggirando prominenze e lambendo due sellette più marcate. La traccia segnalata corre un poco sotto la cresta ma nulla impedisce di seguire una traccia di ovini che corre sul comodo filo di cresta con una bellissima visuale sulle asperrime costiere nord e sulle vallate del BODENGO. Continuando sulla traccia si supera una evidente gobba rocciosa, digradante dal TABOR (m.2319 - ore 4.15). La si risale facilmente per il tratto erboso che la interrompe e la si aggira con una breve ed agevole cengia, per andare a lambire di seguito (km. 8) le basi delle bastionate del sasso d' ALTERNO (m. 2399). Una pronunciata pioda costringe alla perdita di quota (m. 2130) introducendo, dopo averla aggirata, in una conoide poco inclinata di sfasciume, alla base della imminente e bombata parete est del pizzo di LEDU' (m. 2505). Si risale faticosamente, per via dell'instabilità del pietrame, la conoide, mantenendosi lontani dalla parete che scarica sovente sassi, verso un evidente zoccolo roccioso con accumulo di neve alla base fino a tarda stagione (m. 2310 - ore 5.00), che nasconde un anfratto dove inizia il tratto attrezzato del pizzo LEDU' (PD passi di secondo grado). Si attacca la parete seguendo le catene fisse, prima risalendo un camino con rocce smosse, poi un tratto con roccette, una cengia a destra tra due placche ed un ripido tratto erboso, facilitato dagli incavi lasciati dai ripetuti passaggi. In seguito traversando obliqui a sinistra su di un tratto molto esposto ma con appigli ora più sicuri, si supera una rientranza ad imbuto della parete, pericolosa per la scarica di sassi. Un'ultima cengia ascendente porta su terreno molto friabile, a sinistra, verso una robusta spalla rocciosa, poi più tranquillamente ad una seconda sella, che immette in un ripido scivolo erboso; al di là, un'ultima breccia con a sinistra uno spiccato gendarme, ormai nella cresta sommitale, introduce nella valle di LEDU'- intaglio del LEDU' (m. 2445 - ore 5.45 - km. 9). Un facile canalino a gradoni incassato tra le pareti (ancora attrezzato), permette di guadagnare la base delle rocce. Senza perdere quota si prende a destra su di un bel terrazzo inclinato di sfasciumi, RISCIUN, arrivando sotto ad una forcella della cresta nordovest del LEDU' (m. 2348) posta al culmine di un canalone che difeso da un lastrone appoggiato, precipita verso nord fino alla piana dell' alpe CAMPO. Per placche orizzontali e liste erbose si guadagna in discesa il già ben visibile BIVACCO PETAZZI, posto sul poggio roccioso sulla riva dell' opaco lago di LEDU' (m. 2246 - ore 6.30-7.00 - km 10).
Colombo Attilio attiliocolombo@galactica.it
Cabiate (Co) il 26/07/00 alle 22:14:38
-SECONDA TAPPA: BIV. PETAZZI-CAPANNA COMO (ore 4.00) In saliscendi, seguendo un'evidente traccia ovina si aggira l'erbosa testata della valle, PIAN DA COLLINA, sorgente, passando sotto ad una cuspide della cresta con un accenno di grotta, CROTT DE LA MEL (m. 2360) ed arrivando ad una sella erbosa, AVERTAI (m. 2206), con una palina segnaletica chiaramente visibile da tutto il tragitto. Sul nuovo versante, val d'INGHIRINA, si scende subito decisamente su pascolo e rododendri, seguendo un avvallamento e perdendo circa 120 m. di quota, fino ad aggirare alla base una sporgenza rocciosa, per poi avviarsi verso il centro del ripiano vallivo, sorgenti (km. 11). Si va ora a recuperare lentamente la quota persa seguendo la traccia nell' erba. Pressappoco in mezzo alla sponda prativa si può risalire in pochi minuti e metri di dislivello, al già citato FILO di INGHIRINA (ore 1.00 - km. 12). Si trova il rigagnolo di una sorgente, FONTANA STELLA (m. 2115), si passa a monte di una piccola ganda e su degli spuntoni di roccia si perviene ad una marcata bocchetta erbosa posta a destra di uno scoglio di roccia scura, bocchetta di CAVRIGH (m. 2124 - km. 13). Valicata la sella si ignora l'evidente traccia che porta a sinistra, ma si gira in direzione delle scaglie rocciose a destra continuando a salire leggermente, tra placche e magro pascolo ad intuito su vaghe tracce, per giungere inaspettatamente ad un angolo di estrema bellezza: scuro, immobile e silenzioso... il lago di CAVRIGH (m. 2130 ore 2), racchiuso in un angolo severo e sperduto, forse il quadro più bello dell' intero trekking. La valle è chiusa da una costola rocciosa, il BALZ, che si stacca dalla base della cresta ovest del pizzo CAVREGASCO, su cui si sviluppa la via normale alla vetta. Si perde quota per aggirare l'ostacolo alla base (m. 2045), verso la conca dell'avert di CAVRIGH (alpe di Cavrigh superiore in I.G.M.- m. 1894), con lo sfondo del percorso che ci attende. Da qui l'estremo culmine del contrafforte acquista una inattesa sagoma di slanciata guglia. Un secondo sperone dal caratteristico nome dialettale: COLLINA DEL TUFACUU, si aggira facilmente alla base (m. 2045 - km. 14). Ora si deve riprendere quota tra fasce di ganda e abbondante acqua, verso un grande gobbone roccioso affiorante, il MUTTARUN (m.2109); lo si contorna a valle e si risale alla sua sinistra nel pascolo, verso una evidente traccia sassosa e obliqua, che risalita si unisce ad un'altra orizzontale ed appena riconoscibile solo in lontananza, corrente alla base delle rocce e proveniente dal passo del CARDINALE (m. 2242). Traccia che si segue verso sinistra, puntando alla spaccatura di cresta difesa da un breve pendio prativo della bocchetta di SAN PIO (m. 2182 - ore 3 - km. 15). La discesa inizia su di una ripida e friabile china, in vista del lago di DARENGO che dall'alto evidenzia un bel color blu cobalto, per poi attraversare il canale sassoso, che diventa il letto di una valletta. Si prosegue a sinistra alla base delle placche fino ad una fascia di ganda che si discende più verticali, alla sua fine si continua a scendere, ora tra erba e macchie di rododendri, su di una esile traccia verso il ben visibile costruendo rifugio AVERT DARENGO (m. 1774). Più rapidamente si può seguire direttamente la valletta quasi sempre asciutta, aggirandone senza particolari difficoltà qualche salto, o seguirla a destra sulla sponda erbosa sotto la gobba rocciosa della BERRETTA DEL PRETE, fino al pascolo sul bordo del lago DARENGO (m. 1781 - km. 16). Costeggiando ora la riva verso sinistra si va ad immettersi sulla via normale di accesso al RIFUGIO COMO, per poi guadare l'emissario e salire al poggio dove è posta la piccola capanna (m. 1791 - ore 4.00).
Colombo Attilio attiliocolombo@galactica.it
Cabiate (Co) il 26/07/00 alle 22:13:55
-TERZA TAPPA: CAPANNA COMO - RIF. GIOVO (ore 8.30-9.30) Dalla capanna Como ci si incammina verso nordovest, risalendo per greppi erbosi fino al sassoso terrazzo superiore, AVERT DU FABA, avvicinandosi alla granitica, superba, aerea cresta di GRATELLA. Si supera quindi, una fascia di lastroni affioranti poco inclinati per comode rampe e greppi erbosi (km. 17) per giungere nel tratto più basso della tormentata ed affilata cresta: una ventina di metri che corrono dal passo della PIODA (m. 2146) al passo dell'ORSO (m.2152 - ore 0.50), dove le merlature si spengono nell'erba per poi riemergere e di nuovo lanciarsi verticali nelle due punte gemelle del pizzo di GRATELLA (m. 2230). La liscia, verticale, ma breve placca che sbarra il passo sull'altro versante, primo grado, si scende più facilmente del previsto utilizzando alcuni incavi artificiali, che obliquano verso una fessura e da questa si arriva subito a porre piede sul sentiero della SCATTA. Lo si segue abbassandosi subito con due tornanti ad aggirare uno spigolo, poi puntando verso nord (destra) su percorso ben chiaro ma friabile e con qualche roccetta. Superando delle scaglie rocciose, si taglia il ripido fianco della cresta giungendo in seguito a] pascolo meno inclinato dove, indicazioni in minio (m. 2040), si abbandona il sentiero che dirige verso la bocchetta di CAURGA, scendendo tra macchie di rododendri verso lo sfasciume caduto dalla costiera del MARTELLO. Superata la zona di blocchi con bei tratti su antiche piode, sorgente (km 18), si va a guadare il vallone che scende dalla bocchetta di CAURGA accanto al rudere abbandonato ed affascinante dell'avert CAURGA (m 1968 - ore 1.30). Tra l'erba alta si seguono i lastroni di una un tempo praticata ed oggi persa mulattiera che in saliscendi, per dossi, pascoli e vallette, avvicina ad una più imponente dorsale, SCHIENA DI MOGN, affilato contrafforte del maestoso ed elegante MATER DE PAIA (m. 2482 - km 19). Protetti dall'incombere delle rocce, invasi dalla presenza degli ovini, i ruderi dell'avert MOGN (m. 1954) infondono un senso di estrema solitudine, vecchie incisioni con date risalenti al secolo scorso. Pochi metri a monte dei resti dei recinti, alla sinistra di una estesa macchia di rododendri, si nota un evidente antro sempre umido fatto di fragili scaglie inclinate, che indica l' unico passaggio per superare il crestone (m. 1970- PD - passi di secondo grado). Si risale il tratto verticale di roccia inconsistente ed avara di appigli utilizzando la catena fissa, fino ad una grande placca inclinata e liscia interrotta più in là da una misera cengia ascendente a destra, la si raggiunge aiutati dalla catena e la si segue fino a quando diventa una striscia più larga ed erbosa, un ultimo gradino porta in cima al bastione (m. 2024 - ore 2.50). Sull'altro lato si scende sfruttando uno stretto e ripido anfratto erboso alto una decina di metri, che immette sullo scivolo della val di MUGGIOLO. Il rado pascolo cede man mano spazio alla ganda, LA STERLERA (km. 20) ed in faticosa salita si attraversa a monte del piccolo terrazzino dell'avert MUGGIOLO (m. 1981) puntando in direzione di un angusto passaggio racchiuso tra spuntoni sulla costola rocciosa che, dalla spiccata elevazione della cresta principale caratterizzata da una ben visibile e lunga spaccatura verticale (sasso di DERNONE m. 2424), si immerge nelle profondità della vallata. Si perviene al valico posto alla destra di un dente, superando due fasce rocciose divise da un ripido canale, passo di CIANCABELLA (m. 2180 - ore 3.30). Oltre si continua in piano verso un balcone erboso in vista del monte CARDINELLO (m. 2520). Poi in lieve discesa su pietraie coperte di neve marcia fino a tarda stagione, si traversa la val di DERNONE (km. 21), fin sotto caratteristici tetti di roccia detti le GRONDE (m. 2185), acqua. Si aggirano su sfasciumi queste rocce spioventi per immettersi su una scoscesa lista di erba e pietre che si risale faticosamente fino alla sommità, dove un piano inclinato molto panoramico introduce in una zona di valico con massi incavati e striati: le NAVI (m. 2428 ore 4.15). La sella sassosa posta al culmine dell'aspro ed irsuto sperone che scende a dividere la val MAGIAM dalla val di CAMEDO, è situata esattamente alla metà del percorso misurato in tempo. Zigzagando giù dall'erto pendio erboso cosparso di fine pietrisco (km.22) si perde subito quota raggiungendo il magro pascolo e di seguito, guadato il riale che scende dalla bocchetta di PAINA (m. 2353), i ruderi ormai coperti di ortiche dell'alpe PAINA (m.1964), Si segue ora il chiaro e comodo sentiero a tratti resto di mulattiera verso destra, che in moderata discesa taglia la costa, dosso MARGESCO, attraversando qualche valletta ed il canale inciso che porta alla bocchetta di STAGNO (bocchetta di Paina in C.N.S. - m. 2004 - km. 23), fino al terrazzo dove sorgono i resti dell' alpe MALPENSATA (m.1880), sorgente. Risalendo invece a destra della baita lungo l'erboso dosso, prima senza vie obbligate poi seguendo una marcata traccia più orizzontale a sinistra, si è subito alla bocchetta GRANDA (passo di CAMEDO - m. 1973 - ore 5.40), cippo di confine e palina segnaletica. Si entra qui in territorio Elvetico (canton Grigioni), subito si appoggia a sinistra verso la base delle rocce, scendendo un tratto di blocchi e senza perdere molta quota appena possibile si traversa a sinistra su pietraia malferma e liste di erba alta verso la costola della motta GRANDE (m.2068 - km.24). D'ora innanzi il terreno perennemente bagnato ed infidamente sdrucciolevole sarà una fastidiosa costante che ci accompagnerà fino ai laghetti di ROGGIO. La pur battuta traccia quasi scompare tra la fitta vegetazione, risalendo con un paio di tornanti il pendio poi più sassoso, che adduce alla bocchetta del PALETTO (bocchetta di Valstorna - m. 2036 - ore 6.15). Al cambio di versante si procede in piano tagliando la sponda prima su di una lista di pietrisco, poi in un tratto fitto di arbusti fino ad un avvallamento che scende dalla vera bocchetta di VALSTORNA (m. 2058) dove la traccia inizia a scendere tra bei terrazzi verdi e roccioni affioranti (km 25) verso le pendici del monte GANDA ROSSA (m. 2213). Questi lasciano via via il posto ai larici ed a belle radure. Giunti sul bordo di una valle si ritorna inaspettatamente verso destra discendendo il crinale boschivo fino a che il terreno invita ad attraversare, ai piedi dei risalti (m. 1770) la valle, verso lo spiazzo dell'alpe ROGGIO a cui si giunge in leggera risalita, acqua abbondante (rifugio - m. km 26 - ore 7.00). Dallo spiazzo coperto di slavazze, si risale il dosso erboso al cui sommo si ritrova la traccia per la bocchetta di LAGO, la si lascia subito per prendere a destra e saltare il torrentello, per poi proseguire in quota e districandosi tra gli arbusti nell'abbondante acqua. Si va così a lambire le balze rocciose che si protendono a valle, in questo tratto possibilità di segnalazioni cancellate! (km. 27). In moderata salita aggirata la base del MATER DI TORRESELLA (m. 2246) si perviene al ripiano dove riposano i due laghetti di ROGGIO (m.1955). Si attraversa l'emissario passando nel mezzo dei due laghetti e salendo rettilinei (sorgente) in direzione della evidente traccia ovina che poi a tornanti (km. 28) risale la china verso la nitida bocchetta di STAZZONA (m. 2123 palina - ore 0.50). Ritornati sul versante italiano, si presenta subito un bivio: a monte la traccia panoramica sale per cresta al monte MARMONTANA (m. 2316); si imbocca a valle la larga traccia che in piano a destra aggira la valle sul grasso pascolo che raccoglie come un imbuto l'avert di STAZZONA (m.1906). Raggiunto un blocco roccioso si comincia a scendere verso un largo dossone erboso (km. 29) e aggirandolo su ampie tracce di bestiame, si punta verso l'avert di POSSOLO (m. 1920 - acqua), servito dalla carrareccia che porta all'importante passo di S. IORIO. Seguendo questa in discesa (km. 30), agevolmente si è al ben visibile RIFUGIO GIOVO (m.1709 - ore 1.30. Totale 9.30).
Colombo Attilio attiliocolombo@galactica.it
Cabiate (Co) il 26/07/00 alle 22:12:49
-QUARTA TAPPA: RIFUGIO GIOVO - RIFUGIO MENAGGIO (ore 7.30-8.30. ATTENZIONE ALL'ORIENTAMENTO IN CASO DI NEBBIA!) Dal RIFUGIO GIOVO si ritorna verso monte, fino alla fontana , dove si volge a sinistra imboccando la larga ed a tratti ancora selciata mulattiera aggirante la parte terminale della valle ALBANO, passando per il fontanel del CAVALANT (sorgente m. 1731-km 32). Poi superati alcuni solchi del vallone del CONFINE (m. 1790), a monte della ristrutturata e ben visibile alpe NEMBRUNO ALTA (m.1732), giunge poi alla corte ricoperta di slavazze dell'alpe ALBANO (m. 1762-km 35). DORO, attraversare il giovane torrente ALBANO (m. 1758-km. 36) e salire al poggio del RIFUGIO SOMMAFIUME (m. 1784-ore 0.50. Obbligatorio rifornirsi di acqua, da centellinare poi per tutta la giornata)). Dal rifugio si risale su pascolo, passando a sinistra dei ruderi della mutata SOMMAFIUME (m. 1805), puntando verso una cisterna dell'acqua in cemento, si risale diritti per pochi metri tra macchie di rododendri, fino al piccolo ripiano superiore, dove si incontra una decisa traccia orizzontale proveniente dalla PORTEIA. Ci si avvia su questo sentiero verso sinistra arrivando a due piccole radure: alla superiore ci si dirige verso un roccione che si attraversa su di una breve e larga cengia toccando una zona di pascolo (m.1966 - km 37). Qui, seguendo l'indicazione di una palina che indica il pizzo di GINO, si risale su prato verso il crinale lasciando il sentiero pianeggiante che conduce alle ZOCCHE DI GINO. Al culmine della bocchetta di SANAVECCHIA (m. 2005 - ore 0.30 - palina) in vista dei ruderi della mutata CAMISASCO (m.1832) si segue la cresta verso sinistra (est) con tratti di roccette alternati a erba, motto di CAMISASCO (m.2033) per un percorso panoramico, divertente, ma abbastanza aereo, tale da non essere in nessun caso preso sottogamba, fino ad una sella rocciosa con tre fenditure rocciose: bocchetta di SENGIO (o dei CAPRETTI - m.1995 - km.38). Appoggiando sul versante CAVARGNA, su facili placche, cenge e tracce di sentiero, si aggira la pronunciata elevazione della cima di SENGIO (m.2113) arrivando ad una breve risalita con roccette che porta al COUL DEL PIZZO (forcella di GINO - m. 2070 - ore 1.00), palina. Si scavalca la cresta, ignorando le più frequentate tracce che salgono verso la vetta del pizzo di GINO, scendendo per pochi metri al sentiero che ne aggira il versante nord, prima in lieve discesa in vista dei ruderi e delle verdi conche delle ZOCCHE DI GINO, poi recuperando la quota in direzione di un profondo canale (km. 39) e per ultimo su cenge e roccette elementari. La breccia, BUCO DEL PIZZO (m. 2110) alla quale si arriva leggermente alti, riporta sul lato sud della costiera, sopra l'alpe ed il Rifugio PIAZZA VACCHERA (m 1786). Ora si supera in discesa qualche erto ma semplice canale e tratti di roccette lambendo la bocchetta di VALMORI (m. 2053) e aggirando, sempre sul versante CAVARGNA, su facili cenge e qualche placca liscia, le rocce del PERTUS (cima PIANCHETTE m. 2167 - km 40). Un ultimo tratto di sfasciumi in discesa, solo pochi metri con qualche tornante, introduce ai pascoli ed alla bocchetta di BASIA (m. 2083) ancora non semplice sul versante ALBANO, fino al largo e comodo transito, un tempo anche di bovini, della bocchetta di CAREGGIO (m.2081 -ore 2 - km.41). Qui numerose tracce; di massima di deve aver cura di percorrere la traccia più rettilinea. Un tratto più vicino alla sommità, lambisce la bocchetta di MALPENSADA (m.2037). Ancora pochi minuti di cammino pianeggiante aggirano il motto di SEBOL (m. 2066) ed in discesa portano alla larga bocchetta di SEBOL (m.1986 - ore 2.30 - km 42). La via diventa larga piegando più a sud, per aggirare il motto TABOR (m.2080). Nel catino sottostante si notano i ruderi della mutata di SEBOL (m.1877) e più sotto l'alpe SEBOL (m.1730). Dopo qualche sasso nel pascolo, un bivio: si prende a valle (destra) per pochi passi, fino ad un spiazzo dove si abbandona il marcato sentiero per risalire un avvallamento erboso. Questo è un punto che può presentare difficoltà di orientamento: non "saltare" la deviazione! A prima vista sembra di ritornare sui propri passi, ma dopo pochi metri ad una selletta, si cambia versante (km 43) ed il tracciato ridiventa chiaro. Oltre uno smottamento, un ben visibile sentiero riprende deciso con percorso a mezza costa in direzione della bocchetta d'AILGUA (m. 1960 - ore 3.00), attraversando un ricco pascolo che sale fino al rotondo culmine, il SIMMETRAL (m. 2019) in vista di due pozze in un bel terrazzo erboso punteggiato di grossi blocchi, accanto alla baita della mutata di AILGUA (m.1884). Si risale ora la lenta china senza percorso obbligato, fino alla cima del mottone erboso, motto d'AILGUA (m. 2063 - km 44), per poi ridiscendere ed attraversare la sella seguente, bocchetta della GALANDRINA (dal nome della ganda che copre la conca verso la valle di MARNOTTO m. 2023) dove dalla sinistra arriva un chiaro sentiero che sale dall' alpe MARNOTTO (m.1614). Si appoggia ora a destra attraversando una fascia di ganda e contornando la cima del monte di MARNOTTO (m. 2094) che si presenta sassoso al contrario di tutte le cime circostanti. Ora la cresta ridiventa più sottile, si attraversa in costa la sponda sud che si fa più ripida, su un agevole sentiero aggirando un isolato scoglio roccioso, sasso del CAVALLO (m. 2033) e si tocca la bocchetta di ROZZO (m. 2030 - ore 4.00 - km 45), dove transita il sentiero che collega la mutata MARNOTTINO (m.1804) confusa nella ganda, alla mutata di ROZZO (m.1615). L'ambiente presenta ora verso nord dei circhi ricoperti di grossa ganda, ARCABANCH, PIAZZA DEI SASSI, ed amene verdissime conche, SCIRUI (m. 1710), mentre a sud il terreno è fatto di sponda liscia, ripida ed erbosa. La chiara traccia traversa a destra (sud) quest'ultimo versante (m. 1985 - attenzione!), evitando i salti dei sassi di BELLERONA (m. 2066 - 2086 - 2071, dal nome del caratteristico alpeggio sottostante a m. 1787), collegando e sfruttando le esigue sellette rocciose ricavate sui dossi del ripido fianco. L' Alta Via prosegue invece in piano, puntando verso un pronunciato roccione (km. 46). Si scende a superarlo per qualche decina di metri (m. 1940) e lo si attraversa su placchette inclinate, aiutati da un breve tratto attrezzato con una catena fissa (8 m). Ritornati sul pascolo si arriva all'unica sorgente di questo ultimo tratto del trekking, fontana dell'ERBA LIVA (m.1920 - ore 5 - km.47, un'acqua miracolosa!!).Ora si segue in discesa senza percorso obbligato il panoramico spallone, fino ad una breve risalita su di un motto prativo, al CARTELUN (così detto per la presenza in passato di un ripetitore - m.1902 - km 48), poi si continua verso l' apertissima sella di S. AMATE (m. 1617 - km 49 - ore 6) con l' omonima chiesetta raggiunta da più sentieri. A sinistra il sentiero scende all'alpe SCASCIA (m. 1416) mentre a destra nel pascolo a pochi passi è visibile l'alpe NESDALE (m. 1606), verso il Ceresio risale il selvaggio bosco di Varo; l'Alta Via invece procede diritta aggirando un promontorio di pascolo, oltre il quale (palina) si inizia a scendere su largo sentiero sassoso verso un dossone (km 50), da cui è già visibile il RIFUGlO MENAGGIO e più in basso il sospirato termine del percorso (paline - m. 1383 - ore 7.30).
Colombo Attilio attiliocolombo@galactica.it
Cabiate (Co) il 26/07/00 alle 22:11:53
-Val Sanagra - S. Amate - Rifugio Menaggio>>> Da Breglia si imbocca dapprima il sentiero verso il Rifugio Menaggio e, subito dopo, declinando a sinistra (Sud) si prende il "Sentiero delle quattro Valli".Si gira attorno alla Grona, toccando Palira, Ponte, Stanga, Timpiglia. Il sentiero è quasi sempre in costa e comincia a salire in corrispondenza della Costa di Grona, che si aggira, salendo fino all'Alpe Varò (1.141 m). Qui, il percorso rimonta tutta la testata della val Sanagra, attraverso un bosco eccezionale, che da solo vale la gita. Iin corrispondenza del dossone che scende dall'Alpe Nesdale, si rimonta nel bosco, dapprima su tracce di sentiero, poi sull'erba, tra grandi fasci di ginestre e dossi vari. Vverso quota 1600 si trova il sentiero che taglia verso S. Amate. Imboccato detto sentiero si arriva infine alla chiesetta di S. Amate (1621 m). Di qui si scende al rifugio Menaggio (1400 m), poi a Breglia (5-6 ore, con calma e soste varie). Splendida e selvaggia la Val Sanagra, in particolare i grandi alberi di cui è ricca.
Colombo Attilio attiliocolombo@galactica.it
Cabiate (Como) il 26/07/00 alle 21:23:59
-Punta MARTIN (1001 m)>>> A Genova-Voltri, si sale in auto all'interno verso Acquasanta (195 m). Dal piazzale del Santuario si inizia a salire nella pineta. giungendo a un passaggio a livello della linea ferroviaria Genova-Ovada. Superato il passaggio a livello, si va a destra e si sale a raggiungere Case Pezzuolo. Il sentiero entra nel vallone del Rio Baiardetta e va a traversare il limpido Rio Baiardetta, a destra del quale si notano le rocce verdi e possenti della Baiarda. Passato il rio, l'itinerario raggiunge la cresta sudoccidentale di Punta Martin a un ripiano. Lungo la cresta o sulla sinistra si sale ripidamente attraverso una pineta danneggiata, poi sul crinale fino all'evidente spalla. Di qui si prosegue a saliscendi fino alla base della cuspide sommitale e poi in vetta con qualche facile passaggio di arrampicata. Itinerario davvero bello (2h 30'), salita remunerativa. Panorama sul mare e sull'Appennino davvero notevole. Discesa lungo la cresta orientale all'altopiano tra la Punta Martin e il Monte Penello. Si segue per un po' la strada militare che aggira a ovest la tonda cima del Penello (casermette e il Bivacco Zucchelli). Bella vista sul Santuario della Madonna della Guardia e sulla cresta dei forti di Genova. Si prende a ovest, seguendo per un lungo tratto l'Alta Via dei Monti Liguri (fonte di Montà Portagin). Si percorre l'altopiano fra prati, rocce affioranti e pini radi. All'ampia insellatura prativa del Giovo Piatto si lascia l'Alta Via per scendere a sud: si divalla incrociando due volte la rotabile asfaltata (vecchia strada del Turchino). Il sentiero in discesa passa da Casa Grilla e di qui con la rotabile ad Acquasanta.
Colombo Attilio attiliocolombo@galactica.it
Cabiate (Como) il 26/07/00 alle 21:12:11
-IL GIRO DEL LAGO D'ORTA IN MOUNTAIN BIKE Il Lago d'Orta, in Piemonte, è un tesoro nascosto tra le montagne. Ormai da secoli la sua bellezza incanta i viaggiatori di tutta Europa che spesso, sulla via del Sempione, compiono una piacevole deviazione per giungere qui. Le proporzionate dimensioni, la bellissima isoletta di S. Giulio, i tanti paesi della riviera, il verde dei monti da cui spuntano le nevi perenni del Monte Rosa: anche voi vi innamorerete. La mountain bike è un mezzo sempre più utilizzato per visitare il lago, partendo dalle sue acque per poi salire ad ammirare gli stupendi panorami. La curiosa storia geologica (l'emissario esce a nord), le bellezze ed i problemi ambientali, l'isola, il borgo di Orta e le Riserve Naturali del Sacro Monte e della Torre del Buccione sono gli elementi di maggior interesse di questa pedalata lungo le sponde del Cusio. L'itinerario non è eccessivamente impegnativo: si tratta infatti un giro limitato alla parte meridionale del lago, realizzabile grazie alla caratteristica traversata in battello da Pella ad Orta. I ciclisti più incalliti potranno comunque realizzare l'anello completo. Una stupenda giornata che si può concludere con un bagno (in estate!) o magari con una cena romantica in uno dei tanti ottimi ristoranti della zona. Caratteristiche del percorso: - sterrato (sentiero e strada) 50 %, asfalto 50 % - dislivello: 380 metri - sviluppo: 20 chilometri - difficoltà: medio - quota massima: 458 metri s.l.m. - tempi: giornata intera (mezza giornata se si escludono soste turistiche) - punto di partenza e arrivo: Gozzano (NO), Lido - periodo ideale: tutto l'anno - possibilità di pranzare in ristorante - in estate possibilità di bagno a fine giornata Accesso automobilistico: dall'uscita di Borgomanero dell'autostrada A26 svoltare a sinistra per Borgomanero e proseguire per Gozzano. Superato questo centro abitato in direzione di Orta, svoltare a sinistra per una stretta e ripida discesa che porta al Lido.
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Paolo Campagnoli ambiente@vedogiovane.it
Borgomanero (Italia) il 11/07/00 alle 18:59:03
-GLI ALPEGGI WALSER DELLA VAL D’OTRO Alagna Valsesia (in provincia di Vercelli) è un insieme villaggi fondati ai piedi del Monte Rosa dai Walser, il popolo di origine germanica che nel XIII secolo, partendo dal Vallese, realizzò l’ultima grande colonizzazione delle Alpi. I bellissimi alpeggi della Val d’Otro, già conosciuti prima dell’anno mille, ospitano l’insediamento walser forse più bello e intatto delle Alpi, il cui impianto architettonico e urbanistico costituisce un monumento di importanza europea. Numerosissime e perfettamente conservate sono infatti le tradizionali baite in legno di larice e pietra, concentrate in sei piccoli nuclei frazionali circondati da pascoli e coltivi. Da Alagna si risale un pendio di origine glaciale, inciso dalla cascata della Caldaia d’Otro, fino a raggiungere la “valle sospesa” ai piedi dell’imponente massiccio del Corno Bianco (3.320 metri s.l.m.). Dopo la visita dei villaggi e l’eventuale salita al Belvedere, con la splendida vista su Alagna e il Monte Rosa, è possibile pranzare con piatti tipici in una piccola baita adibita a ristoro. Il ritorno ad Alagna avviene in parte per un differente sentiero, che, attraversando uno stupendo bosco di abete rosso, consente anche di visitare un antico mulino. Caratteristiche del percorso: - sentiero - dislivello: 535 metri (633 per il Belvedere) - difficoltà: escursionistica - quota massima: 1726 metri s.l.m. (1824 al Belvedere) - tempi: giornata intera - punto di partenza ed arrivo: Alagna Valsesia (VC - periodo ideale: da maggio a ottobre - possibilità di pranzare in rifugio Accesso automobilistico: dall'uscita di Romagnano Sesia dell'autostrada A26 si segue la S.S. 299 per Borgosesia, Varallo e Alagna.
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Paolo Campagnoli ambiente@vedogiovane.it
Borgomanero (Italia) il 11/07/00 alle 18:54:07
-A MACUGNAGA, NEL CUORE DEL MONTE ROSA Macugnaga è uno splendido villaggio fondato al cospetto della parete est del Monte Rosa dai Walser, il popolo di origine germanica che nel XIII secolo, partendo dal Vallese, realizzò l’ultima grande colonizzazione delle Alpi. Ed è proprio questa parete ghiacciata di dimensioni himalayane, articolata in quattro punte tra cui spiccano i 4633 metri della Dufur, l’attrattiva principale di questa escursione. Dalla stazione di arrivo della seggiovia del Belvedere si raggiunge in breve il Rifugio Zamboni Zappa, ai piedi della Est, dal quale la vista sulla parete toglie davvero il fiato. Qui, dopo una breve passeggiata per osservare più da vicino i segni della morfologia tipicamente glaciale della zona, si potrà pranzare con la tradizionale cucina offerta dai gestori della capanna. Nel pomeriggio l’itinerario prevede di traversare agli alpeggi abbandonati di Rosareccio, da cui si gode un’ottima vista che consente di apprezzare nel suo insieme la struttura a nuclei sparsi tipica di Macugnaga e di tutti i villaggi Walser. Da qui inizia una ripida discesa che in breve riporta alla stazione intermedia della seggiovia, con la quale si può fare ritorno a valle. Caratteristiche del percorso: - sentiero - dislivello: 250 metri in salita, 550 in discesa - difficoltà: escursionistica - quota massima: 2150 metri s.l.m. - tempi: giornata intera - punto di partenza e arrivo: Macugnaga (VB), partenza seggiovia fraz. Pecetto - periodo ideale: da giugno a ottobre - possibilità di pranzare in rifugio Accesso automobilistico: dalla superstrada per il Sempione (proseguimento dell'autostrada A26) si esce in direzione Valle Anzasca e si prosegue sulla S.S. 549 fino alla frazione Pecetto di Macugnaga.
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Paolo Campagnoli ambiente@vedogiovane.it
Borgomanero (Italia) il 11/07/00 alle 18:50:15
-LE GROTTE DEL PARCO NATURALE DEL MONTE FENERA Il Parco Naturale del Monte Fenera si trova nella zona di basse montagne tra il Lago d’Orta e la Valsesia (Piemonte). E’ un’area protetta di grande interesse sia dal punto di vista naturalistico (ritorno spontaneo della rarissima cicogna nera) che storico - antropologico ed il suo aspetto più caratteristico sono le numerose grotte che si incontrano proprio lungo questo percorso. Si possono così visitare queste cavità, importanti sia dal punto di vista speleologico che paleontologico ed antropologico, essendovi stati ritrovati resti, tra gli altri, di orso delle caverne, rinoceronte di Merk ed anche dell’Uomo di Neandertal. Camminando nei fitti boschi si può inoltre apprezzare la particolare vegetazione del Parco, gli animali (voli di rapaci tra cui il raro falco pellegrino), i resti di antiche chiese e castelli dispersi tra le colline e la particolare architettura dei tre nuclei abitati delle “Fenere”. Il vasto panorama, che si estende fino ai ghiacciai del Monte Rosa, fa compagnia durante la colazione al sacco sulla vetta del monte, e al termine della camminata ci si può fermare in un’antica cascina tra le colline per un’ottima merenda a base di salumi, formaggi e vino locale. Volendo limitare la visita alle sole grotte si può realizzare l’escursione in mezza giornata. Caratteristiche del percorso: - sentiero - dislivello: 570 metri (320 per le sole grotte) - difficoltà: escursionistica - quota massima: 899 metri s.l.m. (650 alle grotte) - tempi: giornata intera (mezza per le sole grotte) - punto di partenza e arrivo: frazione Bettole di Borgosesia (VC) - periodo ideale: da marzo a novembre - possibilità di merenda a fine escursione Accesso automobilistico: dall'uscita di Romagnano Sesia dell'autostrada A26 si segue la S.S. 299. Superato Prato Sesia si svolta a destra per Grignasco e si prosegue fino a Bettole di Borgosesia.
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Paolo Campagnoli ambiente@vedogiovane.it
Borgomanero (Italia) il 11/07/00 alle 18:45:31
-IL GIRO DEI LAGHI NEL PARCO DELL’ALPE DEVERO L’Alpe Devero è una stupenda conca verde immersa tra le montagne del Piemonte settentrionale. Assieme alle grandi foreste di larici sono forse i laghi la sua caratteristica principale. Laghi piccoli e grandi, naturali e artificiali o, anche, resti di antichi bacini oggi scomparsi. Lasciata l’orribile strada che sale all’Alpe si entra in questo paradiso naturale dove l’uomo ha saputo mantenere una presenza discreta seppur tangibile. Anche il grande invaso artificiale di Codelago, il più esteso specchio d’acqua del Parco, non urta lo sguardo e la sensibilità dell’escursionista e le due piccole dighe sono ben mimetizzate tra i fitti boschi. Al mattino si può salire fino ai piani alti di Devero: una balconata naturale attorno ai duemila metri di quota tra pascoli, laghetti e alpeggi, con la Punta d’Arbola, maestosa, sullo sfondo. Dopo la discesa a Codelago ed un buon pranzo consumato nel caratteristico nucleo di Crampiolo si può utilizzare il pomeriggio per una visita al Lago delle Streghe, concludendo poi la giornata con il tipico giro dell’Alpe. Un escursione rilassante e dai molti aspetti interessanti, un vero gioiello per tutti gli escursionisti. Caratteristiche del percorso: - sentiero - dislivello: 400 metri - difficoltà: escursionistica - quota massima: 2010 metri s.l.m. - tempi: giornata intera - punto di partenza ed arrivo: Baceno (VB), Alpe Devero - periodo ideale: da giugno a ottobre - possibilità di pranzare in rifugio Accesso automobilistico: dalla superstrada per il Sempione (proseguimento dell'autostrada A26) si esce in direzione Valle Antigorio e Formazza e si prosegue sulla S.S. 653 fino a Baceno; qui si svolta a sinistra raggiungendo prima Goglio e poi Devero.
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Campagnoli paolo ambiente@vedogiovane.it
Borgomanero (Italia) il 11/07/00 alle 18:39:06
-IL MASSO ALTARE DELL’ALPE PRÀ NEL PARCO NAZIONALE DELLA VAL GRANDE A due passi dal Lago Maggiore il Parco Nazionale della Val Grande protegge quella che è considerata l'area selvaggia più vasta d'Italia. La "wilderness", cioè la natura selvaggia, sta infatti riconquistando quest'area impervia, dove l'uomo nei secoli ha comunque vissuto e lasciato i suoi segni. Il paesino di Cicogna era ed è la piccola capitale della Val Grande: oggi una manciata di anime, un tempo oltre cinquecento abitanti. Da qui si parte per visitare una testimonianza di presenze umane ancora più antiche, il famoso masso altare dell'Alpe Prà. Una roccia rivolta al sorgere del sole, incisa da una trentina di vaschette semisferiche (le coppelle), la cui origine è misteriosa. Un luogo affascinante, da cui si ha un panorama eccezionale sul Lago Maggiore e che era probabilmente usato come luogo di culto per riti propiziatori rivolti al soprannaturale. A pochi passi il rifugio "Casa dell'Alpino" ci permette di assaggiare i tipici piatti della cucina di montagna. La discesa avviene poi per un differente sentiero che consente di prendere contatto con il lato più selvaggio del Parco. Non mancano comunque altre testimonianze della secolare presenza dell'uomo: splendidi alpeggi ed anche un forno per la calce misteriosamente immerso nella foresta. Caratteristiche del percorso: - sentiero - dislivello: 579 metri - difficoltà: escursionistica - quota massima: 1311 metri s.l.m. - tempi: giornata intera - punto di partenza e arrivo: Cicogna (VB) - periodo ideale: da marzo a novembre - possibilità di pranzare in rifugio Accesso automobilistico: dall'autostrada A26 uscire in direzione Verbania (S.S. 34); prima di arrivare a Fondotoce svoltare per S. Bernardino Verbano (cartelli del Parco), superare le frazioni Santino e Rovegro e con strada disagevole raggiungere Cicogna.
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Campagnoli paolo ambiente@vedogiovane.it
Borgomanero (Italia) il 11/07/00 alle 18:33:43
-RIFUGIO BARBA-FERRERO: AI PIEDI DEL MONTE ROSA NEL PARCO ALTA VALSESIA Istituito nel 1979 e quindi oramai ventenne, il Parco Naturale Alta Valseia è stato una delle prime aree protette in Piemonte. Già in quegli anni si capì infatti l'importanza di proteggere l'enorme varietà di ambienti che si alternano dai fondovalle fino ai 4559 metri della Punta Gnifetti, facendone il Parco più alto d'Europa. Questa escursione è forse la più frequentata all’interno del Parco: si sale da Alagna fino alle sorgenti del Sesia, in un luogo magico fatto di ghiacci, una conca racchiusa da sei montagne alte più di quattromila metri come dalle dita di una mano. Forre, cascate, boschi di conifere ed enormi praterie conducono al mondo delle vette, delle rocce e dei ghiacci dove ha origine il fiume. Partendo dalla cascata dell'Acqua Bianca si sale alle caratteristiche Caldaie del Sesia e da qui si segue a ritroso lo scorrere delle acque, attraversando foreste, pascoli ed alpeggi, per giungere infine al Rifugio Barba Ferrero. Dopo un meritato pranzo a base di specialità montanare si potrà fare ritorno per un differente sentiero, realizzando così un anello estremamente interessante e panoramico. Caratteristiche del percorso: - sentiero - dislivello: 800 metri - difficoltà: escursionistica - quota massima: 2295 metri s.l.m. - tempi: giornata intera - punto di partenza e arrivo: Alagna Valsesia (VC), cascata dell'Acqua Bianca - periodo ideale: da giugno a settembre - possibilità di pranzare in rifugio Accesso automobilistico: dall'uscita di Romagnano Sesia dell'autostrada A26 si segue la S.S. 299 per Borgosesia, Varallo e Alagna. Superare il paese e proseguire fino alla cascata.
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Campagnoli paolo ambiente@vedogiovane.it
Borgomanero (Italia) il 11/07/00 alle 18:29:36

- Gruppo dell' Adamello-Presanella. Rifugio Lago Nambino m 1770.Accesso da Madonna di Campiglio Trentino. Appena oltrpassato il paese di Madonna di Campiglio, verso C.Carlo Magno si trovano segnalazioni per malga Patascòss, Lago Nambino. Per strada asfaltata si arriva dopo 1,5km c. al centro residenziale di Patascòss 1725 m parcheggio.Li vicino si trovano indicazioni per il sentiero, segnato n° 261 ci si inoltra nell'stupendo bosco, e per il sentiero pianeggiante, si incontra il torrente nambino oltre passato il ponte, del torrente Nambino si giunge al rif. con il vicino Lago Nambino Dislivello minimo 50 m circa. percorrenza in 1 ora in tutta comodita. Difficolta:Escursione facile. Per info??? scrivi a Salvatore.
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SALVATORE sastrin@tin.it
TRENTO (ITALIA) il 28/06/00 alle 21:07:14


-Escursione: rif. Care Alto,2459 m S.A.T dalla Val di Borzago Spiazzo (Val Rendena)Trentino,arrivo bocchetta del cannone 2850 m,seppur il cannone lasci un pò a desiderare per il suo stato di conservazione, ma lascia intendere a quali fatiche erano sottoposti i soldati di quella guerra, il panorama è ottimo anche sulla Cima del Care Alto, dell'Adamello.Tempo 2/3 ore Dal Pian della Sega 1250 m circa dov'è il parcheggio sentiero n° 213 S.A.T seguire le indicazioni in luogo (segnato ottimamente) Stupendo il panorama su tutto il Brenta . E tutto attorno al Rif. si possono notare i resti della guerra.dislivello: circa 2000 m. Per info scrivete a Salvatore.
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Salvatore sastrin@tin.it
Trento (Italia) il 21/06/00 alle 21:23:37


-Escursione:Monte Vioz 3535 m Partenza:Val di Sole Peio Fonti paese Si sale con la funivia Tarlenta (informarsi per gli orari delle varie funivie a/r) 2025 m fino a Doss dei Cembri poi altra seggiovia (Doss dei Cembri)fino al Pian del Vioz 2313m Da qui a inizio il sentiero S.A.T 3/4 ore solo andata il ritorno altre 3 ore circa Dislivello: 2000 m circa complessivo A / R. Arrivo: al Vioz. Difficoltà: EE
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salvatore sastrin@tin.it
Trento (Italia) il 15/06/00 alle 21:40:57


-DOLOMITI di BRENTA Bivacco Cima Sassara"F.lli Bonvecchio. Quota 2790 m/s.l.m. Sorge sulla spalla nord, di Cima Sassara a circa 300 m dalla cima circondata dal Pulpito Secondo e Cimon della Pozza Ha 6 posti letto Acqua di fusione nei pressi piccola sorgente Accessi: dal Passo Carlo Magno 1681 m per la Val Gelada di Campiglio e la Bocchetta dei tre sassi stradina e sentiero 344 e 336 sentiero C. Costanzi qesto ultimo parzialmente attrezzato ore 4.30 -dal Rif. Graffer 2261 m. Sentiero n 336 per gli Orti della Regina il Passo di Val Gelada e Bocchetta dei tre sassi 2614 m. s.l.m.da qui il sentiero Costanzi parzialmente attrezzato (dalla Bocchetta dei tre sassi)ore 4 tenere presente anche il tempo per il ritorno consultare anche guide e carte Gruppo di Brenta oppure scrivimi. DIFFICOLTA: EE
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SALVATORE.S sastrin@tin.it
TRENTO (ITALIA) il 12/06/00 alle 18:57:21


-Si chiamano SETTIMANE NATURA, hanno come base S.Caterina Valfurva, in provincia di Sondrio, centro del Parco Nazionale dello Stelvio. Seguiti da una guida naturalistica e da guide alpine si effettueranno nei sette giorni di "VACANZA" tutti i percorsi più spettacolari, VAL VIOLA, VAL ZEBRU', si visiteranno diversi ghiacciai GHIACCIAIO DEI FORNI, GHIACCIAIO DELLO STELVIO e tutto questo con le vostre gambe! Una vacanza che comsiglio a tutti!!!
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Brielli Samanta samyant@hotmail.com
BORMIO (Italia) il 27/05/00 alle 15:17:20


-La Valle di Onferno Descrizione del percorso Il percorso (sentiero CAI n. 11) inizia dal bivio di via Iola (180 mt.) dirigendosi verso l'omonima borgata distante poche centinaia di metri; volge quindi a destra sulla rotabile in salita fino all'ultima casa isolata (307 mt.). Qui la rotabile si trasforma in sterrata che attraversa un prato panoramico dove è possibile vedere tutta la vallate del Burano con Onferno al centro. Sale poi in mezzo al bosco denominato "Le Selve" che, insieme alla zona calanchiva della "Ripa della Morte", del Monte Croce e delle Grotte fa parte della "Riserva Naturale Orientata di Onferno" istituita con deliberazione del Consiglio Regionale nel 1991. Le Selve sono rappresentate da un denso strato arboreo dove prevale la Roverella, il Carpino Nero e l'Orniello, ma vi sono presenti anche l'Acero napoletano, il Sorbo domestico, il Corniolo, il Nocciolo, il Salice, qualche Ailanto e qualche Robinia. Non mancano il Biancospino ed il Sanguinello nonché altri arbusti più piccoli che nel margine alto del bosco rendono il sentiero non molto agevole pur essendo in quel punto ormai orizzontale. Il sentiero esce dal bosco, prosegue su una radura incolta nei pressi di una casa diroccata nascosta in mezzo a fitta vegetazione in località "Cella" a quota 471 metri, e piega quindi a sinistra salendo ancora per poco. Il panorama che da qui si può osservare è davvero ampio: non solo si ha la visione della Valle del Conca con Sassofeltrio e Montescudo in primo piano ed i profili dei monti più lontani: dal Carpegna, al Titano fino al promontorio di Gabicce, ma si affaccia anche sulla Valle del fiume Foglia con il castello di Tavoleto ben visibile e più lontani i Monti Nerone e Catria. Il sentiero raggiunge il punto più alto del piccolo colle (500 mt. circa), poi scende attraversando un breve tratto di terreno incolto, con grossi cespugli di Ginestra e di Rosa canina, raggiungendo la rotabile che conduce, dopo circa 1200 metri, alla chiesa di San Salvatore a Piandicastello. Sale poi a destra verso il piccolo cimitero e prosegue quindi su una comoda carrareccia fino a raggiungere una celletta: "Madonna della Pioggia" molto alta e ben visibile, poco distante dal Monte Croce. Dopo la celletta il sentiero scende ben marcato a destra costeggiato da siepi e da coltivi formando alcune curve fino a raggiungere la località Caì Bernardo. Qui inizia la strada asfaltata che scende ad Onferno fiancheggiando lo sperone gessoso su cui poggia l'antico abitato e raggiunge la Pieve di Santa Colomba, una delle più antiche della Diocesi di Rimini, al cui interno si trova il Centro Visite ed il Museo Naturalistico Multimediale. Sul piazzale antistante la pieve si trova il bar-ristoro dove